Si scrive “Füde Dinner Experience”, si legge cene senza veli. È una nuova moda che ha preso piede negli Stati Uniti e coniuga cibo e trasgressione. L’iniziativa ricorda le scene iconiche delle feste di lusso, rappresentate da Stanley Kubrick nel film “Eyes Wide Shut”, in cui i vestiti erano vietati e i partecipanti non si limitavano a mangiare. La parola “Füde”, scritta con la umlaut tedesca, rievoca il termine «food», che significa cibo. Chi partecipa alle cene, inventate dalla modella e artista Charlie Ann Max, deve essere nudo. Il menu è vegano. Prezzo d’ingresso: 88 dollari. Il galateo delle cene senza veli.
I commensali hanno motivazioni diverse. Alcuni vogliono sentirsi maggiormente connessi con il proprio corpo, mentre altri vogliono conoscere nuovi amici disinibiti. Qualcun altro interpreta le cene come un’occasione per diventare più socievole e superare la timidezza. Ogni richiesta di partecipazione viene vagliata: può sedersi a tavola, insieme ad altri perfetti sconosciuti, solo chi rispetta determinati requisiti. Gli uomini, ad esempio, non sono esclusi ma devono avere qualcuno che garantisca per loro. Di recente il New York Times ha pubblicato un articolo dedicato a questo progetto. “Füde non è ancora un lavoro redditizio — scrive Madeleine Aggeler, giornalista del più importante quotidiano americano — ma la signora Max spera che diventi un’attività a tempo pieno. Attualmente la padrona di casa guadagna facendo la modella e l’artista, dividendo il suo tempo tra New York e Los Angeles. Charlie Ann ha completato un corso di alimentazione vegetariana presso l’Institute of Culinary Education di Los Angeles”. Ogni cena ha un tema diverso come «Self Love» o «Muse/Museum». Quando gli eventi hanno luogo a Los Angeles, Max serve i pasti nel suo loft. Quando è in viaggio, cucina dove può: nell’appartamento in cui alloggia o a casa di un amico. In occasione di una delle ultime serate a New York, il tema era «Embracing Your Inner Rhythms: for Individuals to Connect with their Menstrual Cycles» (Abbracciare i propri ritmi interiori: per consentire alle persone di connettersi con i propri cicli mestruali). «Dopo un’ora di movimento consapevole e lavoro sul respiro — racconta Aggeler — le donne si sono sedute intorno a un tavolo da pranzo coperto di seta, fiori secchi e bicchieri d’acqua a forma di sedere, discutendo del loro ciclo mestruale». Max e la sua assistente Maya hanno servito zuppa di carote e zenzero, peperoni ripieni di quinoa e mousse di avocado al cacao e lamponi: «C’era molto caldo e le donne si facevano vento con i menu. Solo una partecipante aveva il ciclo». Identikit della commensale
Il New York Times ha tracciato i profili di alcune persone che hanno cenato nude: «Catherine Fraccaroli, 21 anni, si era spogliata di tutto punto, ma ha tenuto i calzini bianchi perché erano “comodi”. Sperava che la cena l’avrebbe aiutata a essere più sicura di sé dal punto di vista sociale: “A volte sono decisamente timida, quindi un’iniziativa del genere mi spinge ad aprirmi”. Stephanie Uribe, 35 anni, era da poco tornata dal Nicaragua dove aveva partecipato alle antiche cerimonie di purificazione Maya “Temazcal” e ha raccontato di voler “mantenere viva quell’energia: penso che la nudità ci permetta di connetterci in un modo diverso e di spogliarci di ciò che il patriarcato ci ha messo addosso”». Ammessi anche gli uomini.
Gli eventi Füde non sono riservati solo alle donne: per consentire agli uomini di cenare nudi, i partecipanti delle serate precedenti devono garantire per loro. Tutti gli ospiti devono compilare un modulo spiegando perché sono interessati e fornendo informazioni su eventuali restrizioni alimentari. Il modulo impone di segnalare se un candidato sia stato coinvolto in “qualsiasi incidente che potrebbe essere considerato inappropriato o irrispettoso durante un evento di nudo o seminudo”. Su quest’ultimo punto la padrona di casa non può fare altro che credere alla parola delle persone.
Fonte Corriere della Sera